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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Controllo: tra paura, potere e amore.

Controllo ... Che parola dalle molteplici sfaccettature! Vediamone alcune. La modalità della paura Sviluppiamo un'eccessiva attitudine al controllo quando non ci fidiamo , ci aspettiamo il peggio, o abbiamo paura che senza la nostra supervisione  tutto andrà a catafascio . Nel mondo in cui viviamo, il caos è il dio che consideriamo superiore a tutti gli altri, dobbiamo quindi stare attenti ai suoi colpi improvvisi! Non ci fidiamo mai di come si presentano le giornate, le persone, noi stessi. In funzione di questo, possiamo diventare anche molto bravi a leggere le intenzioni delle persone, perché "prevenire" qualunque sviluppo diventa una questione di sopravvivenza. Solo che poi la vita scorre e noi restiamo indietro a controllare i dettagli , ad aspettare di muoverci prima che sia tutto sicuro, ad attendere il segnale di "via libera" che non arriverà mai perché, in questa visione, la via non sarà mai veramente libera... La modalità del potere C'è

Il mondo dei sogni

Sono sempre stata affascinata dal mondo dei sogni . Sognare è un modo per avvicinarsi a quei contenuti che spesso sono occultati alla nostra consapevolezza. Il sogno, infatti, è un mediatore : porta in vita gli elementi del profondo attraverso una veste simbolica affinché lo "stato di veglia" possa accorgersi di loro. C'è stato un periodo in cui, lavorando sulla mia personalità per cercare nuovi coraggi , facevo sogni incentrati sulla violenza e sulla distruzione, ma terminavano con elementi salvifici. Il mio "io" voleva mettermi a contatto con la natura di quelle insicurezze e con il senso di devastazione che avevo provato un tempo lontano, quasi dimenticato, e allo stesso tempo me ne indicava il superamento. Dunque, avendo scelto di affrontare quel passato sofferto, la mia coscienza si era aperta al simbolismo onirico, per rivivere, elaborare, risolvere quel vissuto. Altre volte ho attraversato periodi di intensi cambiamenti di visione, allora ho sognato c

Le voci nella testa

Buongiorno! Oggi mi sono svegliata con una voce nella testa che mi suggeriva di fare un post su... le voci nella testa... eh eh! Di quali "voci" parlo? Non mi riferisco a certe patologie psichiatriche, ma a tutti quei pensieri e idee che si affollano in genere nella nostra mente, e che pensiamo essere "nostri". Semplificando al massimo, le persone si distribuiscono nelle seguenti categorie:  - Coloro che sono regolarmente "identificati" con i pensieri e i processi della mente; - Coloro che hanno cominciato ad accorgersi che queste voci hanno vita propria e non sono il loro vero "io"; - Coloro che non si identificano più con nessuna delle fluttuazioni mentali perché il loro io è centrato stabilmente nell'anima. Il primo caso non ci riguarda. Una persona della prima categoria non riuscirebbe neanche a leggere questo blog senza trovarlo irritante o profano; a meno che non se la racconti in modo particolare. Il secondo caso è do

Ricordati di chiedere!

Se vuoi ricevere, devi chiedere. Niente ti viene dato a caso. Si chiede non solo con le parole, ma attraverso le proprie azioni nel quotidiano. Per esempio, quando ti impegni per un obiettivo, stai chiedendo di raggiungerlo. Quando fai attenzione alla tua dieta e pratichi sport, stai chiedendo una maggior salute. Quando ti allontani dalle persone che ti fanno sentire male e scegli di aprirti ad amicizie più luminose, stai chiedendo rapporti armoniosi. Chiedere è efficace quando hai ben chiaro cosa vuoi  e agisci di conseguenza. In questo modo il tuo intento è sempre più focalizzato, non disperso, quindi è efficace nell'attirare a sé il risultato. È fondamentale, inoltre, sentire che meriti di ricevere .   Diversamente, puoi anche affermare che desideri qualcosa, ma alcune parti di te si opporranno, attivando ostacoli di ogni tipo. Se non sei certo di meritare quello che chiedi, se pensi di non esserne all'altezza, diventerai il primo sabotatore di te stesso. Molto util

Il programma "lamentela"

L'altro giorno sono uscita dal parrucchiere poco contenta del taglio dei capelli. Non era la prima volta che il ragazzo sbagliava a farmi il taglio, allora ho chiamato un'amica e mi sono lamentata. E lei, giustamente, mi ha detto: cambialo! Certo che a volte le cose più ovvie sono quelle a cui pensiamo per ultime: se una situazione non va, significa che c'è qualcosa da modificare! Come mai dimentichiamo l'ovvietà? È perché non siamo "presenti", allora i programmi della mente prendono il sopravvento. Come, per esempio, il diffusissimo programma "lamentela" . È un programma che trova poche resistenze al nostro interno perché, quando lo accendiamo, abbiamo la sensazione che non siamo noi quelli che devono cambiare, allora questo ci fa sentire al sicuro. "Gli altri hanno sbagliato, mentre io non ho fatto nulla". Intendiamoci, qui nessuno è un santo : i momenti di stress ci sono e parlare dei propri problemi può essere di aiuto, oltre al

Di quale spiritualità stiamo parlando?

Ultimamente provo un senso di repulsione nel sentir parlare di "spiritualità", "coscienza" e cose del genere. Non so se sia colpa di tutte quei "guru" che fanno sermoni dalla mattina alla sera, o di quelli che usano i concetti spirituali per inzupparsi il cervello , così possono raccontarsi che sono pieni d'amore anche se non parlano con i genitori da anni perché non riescono a perdonarli... La soluzione qual è? Parlare di prosciutto e melone? Aprire un blog sulle ceramiche d'epoca? Iniziare un dibattito sui tagli di capelli più alla moda? Insomma, bandire tutto quel che tratta di argomenti spirituali e far finta che l'invisibile non esista? In ogni caso, qualcuno riuscirebbe comunque a pervertire il senso delle cose (sì, anche del prosciutto e melone) e a creare nuovi squilibri. Non è mai il mezzo in sé il problema, ma chi lo usa. Certo, mi vien da sorridere vedendo in che modo la spiritualità sia usata proprio per evitare di essere spirit

Talenti speciali

Ogni tanto girano in rete video di individui dotati di talento straordinario, e non di rado si tratta di bambini. C'è chi suona meravigliosamente il piano, chi canta come un angelo, chi balla sfidando le leggi della gravità... e così via. Mi piace molto vedere questo genere di video, anche perché mi ricordano costantemente l'infinito potenziale dell'essere umano. Mi piace di meno, invece, leggere alcuni commenti che vengono lasciati, perché mi fanno capire il rapporto distorto che le persone hanno con il  talento . Alcuni commenti danno per scontato che un individuo estremamente talentoso sia un'anima superiore, dimenticando che il palcoscenico non è la misura del proprio valore interiore. Altri ancora lasciano intendere che, poiché non hanno "talenti speciali", è inutile che ambiscano a qualcosa di veramente significativo nella propria vita. Se mai ti sei sconfortato di fronte ai "grandi" talenti degli altri, è ora che cambi il tuo modo di

Aiutare gli altri

Aiutare gli altri è cosa buona. Ma anche no. Dipende da come lo fai e dal perché lo fai. Se è il senso di colpa a spingerti, probabilmente non otterrai molto di positivo, come tutte le volte che agisci per paura o per mantenere una maschera: a lungo andare ti ritrovi più infelice. Se invece sei mosso dall'interesse sincero, o anche solo perché quel giorno ti va di fare così, allora ne trarrai certamente un surplus di energia, perché agisci nella libertà di quello che sei , e non per dimostrare qualcosa a qualcun altro (te stesso compreso). Intendiamoci, una cultura che insegni la pratica della compassione e dell'aiutare gli altri è più che auspicabile, ma il punto è che, se vogliamo davvero aiutare le persone intorno a noi, dobbiamo partire dall'aiutare noi stessi. Spesso, invece, si mette l'accento sull'aiutare gli altri attraverso il rinunciare ai propri talenti , generando così molteplici disarmonie. Come possiamo davvero aiutare qualcun altro a brill

Chi la dura la vince

Una cosa la so: chi la dura la vince . E quando non vinci è perché ti sei messo contro i desideri dell'anima, oppure cerchi di raggiungerli in un modo che l'io-profondo non condivide. Certo, se solo potessimo capire quali sono i desideri dell'anima e quali i percorsi sbagliati, allora potremmo evitare di fare così tanti giri a vuoto! ... Ma stanno proprio così le cose? Io non credo. Non credo, cioè, che "capire" sia il punto, né che esistano "percorsi sbagliati". Sul capire Nella nostra cultura tendiamo a sopravvalutare il "capire". Prima di fare qualcosa, infatti, spesso cerchiamo di capirlo, e a volte evitiamo anche di farne esperienza, proprio perché pensiamo che, avendolo capito, non ci sia altro da imparare. Invece, più che altro, bisognerebbe prima fare e poi capire . Certo, ben venga il buon senso e l'agire in modo mirato, ma mai illudendosi che la mente possa produrre quella conoscenza e quella coscienza che derivano solo da

Blog-terapia

Ho voglia di fare qualcosa che non ho mai fatto con questo blog: considerarlo un... blog! Mi riferisco a quel genere di siti dove l'autore pubblica i propri pensieri con una certa  frequenza , quasi fosse un diario (e non come faccio io, a distanza di settimane o mesi). In effetti, la maggior parte dei miei pensieri rimane tra me e la mia agenda-diario, avendo  una buona ossessione per l'uso della penna e della  carta , ovviamente con tanto di candela a seguito. Ciò, tuttavia, implica dover trovare il tempo per trascrivere il contenuto sul web. Risultato: rimando sempre e alla fine mi ritrovo con la casa sommersa di quaderni da una parte, e con il blog che sta in fermo dall'altra. È arrivato il momento di cambiare andazzo ed essere più presente in questo luogo virtuale. Non so se ce la farò, anche perché le abitudini sono dure a morire, ma scrivere è comunque una necessità: mi fa stare bene, aumenta il mio stato di salute e la mia concentrazione mentale, ma funzion





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