Quando si hanno troppi vestiti nell'armadio, si finisce con l'indossare i soliti e dimenticare tutti gli altri.
E che dire della scrivania, quando si riempie di penne, fogli, cartelle, appunti e vari oggetti? Qualcuno verrà perso, sotto il nostro naso!
Lo stesso dicasi quando si cerca di fare troppe attività: alla fine se ne faranno poche, o con fretta e disattenzione.
Si pensi, poi, a tutte quelle e-mail: dopo qualche giorno non si riuscirà che ad aprirne qualcuna, e a volte nessuna!
E che dire di tutte le cose che mangiamo? Per alcuni limitarsi nell'alimentazione è un punto dolente.
Il troppo è troppo, in ogni senso!
Anche i pensieri non fanno eccezione: troppi giri di mente, troppe idee ammassate, ci indurranno a mantenere attivi i soliti vecchi e usuali schemi di pensiero (e non è detto che siano i più costruttivi), e ad ammassare i restanti in un angolo della mente; e in un modo o nell'altro daranno il loro bel contributo a un qualche stato di confusione o ansia.
Il paradosso del "troppo" è che uccide anche il "poco"!
La sensazione di confusione che accompagna il "troppo", infatti, spinge la mente a volersi distaccare il più possibile e a boicottare quelle piccole azioni che, in condizione di maggior spazio, non darebbero stress.
Ecco perché un armadio pieno zeppo di vestiti spesso viene richiuso subito dopo essere stato aperto. O perché si finisce col non mettere a posto mai più la scrivania. O perché non si va avanti con quel progetto, se ce ne sono altri dieci a cui dare attenzione (ma che tanto lasceremo tutti indietro!).
In realtà siamo invasi dal "troppo" anche quando non ce ne accorgiamo. Il consumismo ci chiede di comprare e comprare, ammassare e ammassare, e così ecco fioccare offerte promozionali quotidiane di ogni tipo, dalla pubblicità su internet al venditore che ci insegue sotto casa: sembra che non si abbia più diritto a uno spazio personale, a godersi quel che c'è fin tanto che c'è!
Accorgiamoci di come il troppo abbia invaso ogni aspetto della nostra vita, e di come questo non sia sinonimo di salute finanziaria né mentale!
C'è gente piena di debiti o ansie che continua a comprare cianfrusaglie, a giocare ai video-giochi o a frequentare tanti corsi tutti insieme, come se accumulare (qualunque cosa, dagli oggetti ai punti delle partite, e non di rado anche le relazioni) possa essere la soluzione al nostro vuoto interiore.
Ma non lo è! Anzi, così si rischia un crollo, dove alla fine si finisce col fare (ed essere) meno che niente!
Se ci accorgiamo di essere invasi dal troppo, cominciamo a mettere confini alla nostra compulsione o a quella degli altri. Dentro questi confini facciamo spazio per ciò che serve davvero, o che piace davvero. Insomma facciamo spazio a ciò che è essenziale.
Un buon esercizio che mi ha sempre aiutato durante i momenti di stanchezza emotiva, è quello di mettere a posto un cassetto o una stanza, o un qualunque altro luogo (per gli uomini ottima la cantina o la stanza degli attrezzi), e decidere cosa dare via e cosa tenere.
Concentrarsi sull'essenziale, scegliere quello che serve davvero e fare spazio, infatti, attiva le stesse qualità anche a livello emotivo e mentale. E vale viceversa: una mente ordinata e "spaziata" ci indurrà a mantenere le stesse qualità nei luoghi in cui viviamo.
Il mio invito di oggi è questo: che si tratti di oggetti, attività da programmare o pensieri, alleniamoci e impegniamoci a ridurre, scegliere cosa tenere e fare spazio di modo che ciò che abbiamo scelto possa essere vissuto e goduto, invece di soffocare sotto la montagna del troppo.
Img by Jmjvicente
E che dire della scrivania, quando si riempie di penne, fogli, cartelle, appunti e vari oggetti? Qualcuno verrà perso, sotto il nostro naso!
Lo stesso dicasi quando si cerca di fare troppe attività: alla fine se ne faranno poche, o con fretta e disattenzione.
Si pensi, poi, a tutte quelle e-mail: dopo qualche giorno non si riuscirà che ad aprirne qualcuna, e a volte nessuna!
E che dire di tutte le cose che mangiamo? Per alcuni limitarsi nell'alimentazione è un punto dolente.
Il troppo è troppo, in ogni senso!
Anche i pensieri non fanno eccezione: troppi giri di mente, troppe idee ammassate, ci indurranno a mantenere attivi i soliti vecchi e usuali schemi di pensiero (e non è detto che siano i più costruttivi), e ad ammassare i restanti in un angolo della mente; e in un modo o nell'altro daranno il loro bel contributo a un qualche stato di confusione o ansia.
Il paradosso del "troppo" è che uccide anche il "poco"!
La sensazione di confusione che accompagna il "troppo", infatti, spinge la mente a volersi distaccare il più possibile e a boicottare quelle piccole azioni che, in condizione di maggior spazio, non darebbero stress.
Ecco perché un armadio pieno zeppo di vestiti spesso viene richiuso subito dopo essere stato aperto. O perché si finisce col non mettere a posto mai più la scrivania. O perché non si va avanti con quel progetto, se ce ne sono altri dieci a cui dare attenzione (ma che tanto lasceremo tutti indietro!).
In realtà siamo invasi dal "troppo" anche quando non ce ne accorgiamo. Il consumismo ci chiede di comprare e comprare, ammassare e ammassare, e così ecco fioccare offerte promozionali quotidiane di ogni tipo, dalla pubblicità su internet al venditore che ci insegue sotto casa: sembra che non si abbia più diritto a uno spazio personale, a godersi quel che c'è fin tanto che c'è!
Accorgiamoci di come il troppo abbia invaso ogni aspetto della nostra vita, e di come questo non sia sinonimo di salute finanziaria né mentale!
C'è gente piena di debiti o ansie che continua a comprare cianfrusaglie, a giocare ai video-giochi o a frequentare tanti corsi tutti insieme, come se accumulare (qualunque cosa, dagli oggetti ai punti delle partite, e non di rado anche le relazioni) possa essere la soluzione al nostro vuoto interiore.
Ma non lo è! Anzi, così si rischia un crollo, dove alla fine si finisce col fare (ed essere) meno che niente!
Se ci accorgiamo di essere invasi dal troppo, cominciamo a mettere confini alla nostra compulsione o a quella degli altri. Dentro questi confini facciamo spazio per ciò che serve davvero, o che piace davvero. Insomma facciamo spazio a ciò che è essenziale.
Un buon esercizio che mi ha sempre aiutato durante i momenti di stanchezza emotiva, è quello di mettere a posto un cassetto o una stanza, o un qualunque altro luogo (per gli uomini ottima la cantina o la stanza degli attrezzi), e decidere cosa dare via e cosa tenere.
Concentrarsi sull'essenziale, scegliere quello che serve davvero e fare spazio, infatti, attiva le stesse qualità anche a livello emotivo e mentale. E vale viceversa: una mente ordinata e "spaziata" ci indurrà a mantenere le stesse qualità nei luoghi in cui viviamo.
Il mio invito di oggi è questo: che si tratti di oggetti, attività da programmare o pensieri, alleniamoci e impegniamoci a ridurre, scegliere cosa tenere e fare spazio di modo che ciò che abbiamo scelto possa essere vissuto e goduto, invece di soffocare sotto la montagna del troppo.
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