Quando un'emozione negativa ci assale, possiamo restare morbidi al suo attacco. Apriamole le braccia, senza criticarla, senza pensare a chi, come o per cosa essa è stata creata. Ora essa è: stiamo con lei. Non opponiamoci, non proviamo paura del suo impeto. Stiamo con lei, qui e ora.
Non importa se accade per qualcosa o per qualcuno che ci ha fatto del male; l'emozione vive in noi e quindi ne siamo responsabili, essendo in noi generata.
Tutto quello che dobbiamo fare è stare nell'adesso, e in questo spazio-tempo permettere all'emozione di esistere. Senza reprimerla, senza gonfiarla, senza giudicarla.
Il giudizio è un'energia che toglie la vita, è un fare paragoni con il passato o con un futuro che non c'è ancora. Il giudizio separa, divide a metà, rende ogni cosa più piccola e più povera.
Ecco che giudicando le emozioni in realtà le aggrediamo, allora esse si ribellano e intensificano i loro attacchi.
Non importa se accade per qualcosa o per qualcuno che ci ha fatto del male; l'emozione vive in noi e quindi ne siamo responsabili, essendo in noi generata.
Tutto quello che dobbiamo fare è stare nell'adesso, e in questo spazio-tempo permettere all'emozione di esistere. Senza reprimerla, senza gonfiarla, senza giudicarla.
Il giudizio è un'energia che toglie la vita, è un fare paragoni con il passato o con un futuro che non c'è ancora. Il giudizio separa, divide a metà, rende ogni cosa più piccola e più povera.
Ecco che giudicando le emozioni in realtà le aggrediamo, allora esse si ribellano e intensificano i loro attacchi.
Le emozioni, infatti, ci travolgono poiché da qualche parte, dentro di noi, le abbiamo giudicate, ci siamo opposti a esse. Quando, invece, le accogliamo con fluida attenzione, permettendo loro di esistere così come sono, allora qualcosa comincia a trasformarsi: il corpo di dolore molla la presa.
L'umanità, con i suoi pensieri e con la sua emotività, ha costruito un campo di giudizio che ora avvolge il Pianeta e nel quale siamo tutti immersi. Non è facile, quindi, esercitare il non-giudizio. Tuttavia è possibile... è una questione di intento e di allenamento.
Inoltre, più accoglieremo gli altri senza giudicarli, accettando il momento presente, più riusciremo a fare altrettanto con le nostre emozioni, perché ciò che facciamo agli altri lo facciamo a noi stessi.
Il potere di Adesso appartiene a tutti noi. Dobbiamo solo imparare a usarlo.
C.
Letture sul tema:
Il Potere di Adesso, Eckhart Tolle
Un Nuovo Mondo, Eckhart Tolle
Il Potere di Adesso - Carte per meditazione, Eckhart Tolle
Il Blog di Carlotta Brucco, in sintonia con gli argomenti proposti:
http://www.nonsoloanima.tv/carlottabrucco/
Il Potere di Adesso - Carte per meditazione, Eckhart Tolle
Il Blog di Carlotta Brucco, in sintonia con gli argomenti proposti:
http://www.nonsoloanima.tv/carlottabrucco/
Commenti
trovandomi di recente in una situazione di delusione e scoraggiamento (essere totalmente ignorati a volte scatena rabbia e giudizio), mi ha fatto scoprire una tecnica per "calmare" l'incendio di emozioni.
Il solo voler "non giudicare", a volte non basta: allora ho provato proprio a parlare con la mia emozione.
La sera, prima di addormentarmi, immaginavo questo dialogo, tra me e "l'altro me", un po' come quei cartoni animati in cui compaiono l'angioletto e il diavoletto sulle spalle di una persona ad un bivio tra una buona azione e una cattiva.
Il me stesso angioletto e il me stesso diavoletto si parlavano: abbracciavo e consolavo il "me stesso diavoletto", dandogli attenzione e affetto.
Insomma, non so se sia una pratica comune, ma sta di fatto che funziona bene!
Cosa ne pensi?
Un grande abbraccio
Manuel
Cosa ne penso...?! Ne penso che ci assomigliamo molto... Occhio quindi che se continui così non solo ti ritroverai con angioletto e diavoletto, ma con una intera collettività di esseri/configurazioni... come accade a me ;)
Il segreto è mantenere al centro del "governo" l'io adulto, l'osservatore, la coscienza o come vuoi tu. L'io adulto può far esprimere tutte le parti (e anche molto intensamente) ma deve evitare che nessuna si metta al "governo"... L'io adulto, inoltre, vede, riconosce e abbraccia tutte le parti, più o meno nascoste. E ti faccio notare che ci riesce solo se non lascia il giudizio al governo o come primo consigliere ;)
(C'è anche il giudizio fra le parti....)
Continua a esplorare la "tecnica"... La trovo interessante e generatrice di trasformazioni importanti. Un modo per andare incontro a se stessi, e usare l'ostacolo del dolore e dell'abbandono come trampolino per immergersi in se stessi. Ne uscirai più forte, ne sono certa.
Cor-aggio. Un abbraccio.
Non credo di essere riuscito finora nel buon governo che tu dici... Credo che nella mia collettività di esseri ci sia una gran anarchia... Al governo non c'è proprio nessuno e c'è pertanto una gran confusione.
A volte ho l'impressione, che la maggior parte delle mie energie se ne vadano proprio a causa di questo continuo conflitto interno. Mi ritrovo a volte esausto, senza aver fatto apparentemente nulla: sfinito da mille pensieri e voci che mi gridano in testa, come nei migliori momenti del nostro parlamento :)
Grazie per i tuoi preziosi consigli: non sai che sollievo sia, poter raccontare queste cose ed essere capito, invece che essere preso in giro o trattato con sufficienza!
Un abbraccio grande
Manuel
Manuel, ti comprendo anche io.
Sono le tre e sono ancora sul web, e se è così tardi è solo perchè voglio occupare la mia mente. Evitare che gli avvenimenti di questi 2 mesi e mezzo mi "cannibalizzino" non appena sola a letto.
Prima che esplodesse questa bomba, che ha distrutto tutto ciò che avevo costruito, ero convinta di riuscire a gestire le problematiche della vita umana.
Accettavo, perdonavo, puntavo sempre verso la soluzione positiva. Nn provavo sentimenti negativi se non per poco, riuscivo a trasformali in insegnamenti e ne traevo benefici per me e per gli altri.
Insomma c'ero io al governo. E sentivo che stavo consolidando qualcosa di importante dentro di me.
Adesso ci sono sempre io, ma le emozioni e i pensieri spesso mi travolgono ed è impresa titanica riprendere il controllo ed essere quella che ero. Urlano e si disperano...e ringhiano anche. Fanno un gran caos dentro me, e la stanchezza è tanta. E dunque, oltre al dolore per gli accadimenti anche lo scoramento nel vedermi ancora così vulnerabile.
Sicuramente questa esperienza devastante mi è giunta per farmi lavorare su ciò che credevo fosse già a buon punto.
Ma stavolta è dura.
Abbracci a iosa
a parte il profondo rammarico... di scoprire solo ora il tuo bellissimo blog!!! mi spiace molto per il periodo turbolento che stai attraversando.
Ti interessi di astronomia, ebbene, io di vela.
La vela è una metafora meravigliosa della vita. Ci sono quei momenti bellissimi, in cui la brezza tesa ti sospinge sotto il cielo azzurro e il mare è fantastico. Ti senti invincibile, ti senti timoniere, ti senti lupo di mare! Ma... non è in quei momenti che viene fuori il vero marinaio.
Il vero marinaio si vede nella tempesta: si vede quando l'oceano intero sembrano volerlo divorare, "cannibalizzare", come hai detto tu.
Leggi questo,
http://mvjoker.blogspot.it/2012/01/il-navigatore.html
chissà che non ti possa aiutare :)
Con tanto affetto
Manuel
Hai ragione, il vero marinaio si vede nella tempesta. Caspita.. ma 'ste tempeste arrivano all'improvviso!
Sono su Joker.
Un abbraccio speciale a Camilla, sempre.
Ero prima io, la mia piccola scoperta nel mia esperienza interna e poi il libro "Il nuovo mondo". E qualcosa ho sentito, come sha come un pezzo di puzzle ha combaciato perfettamente. Ho visto chiaramente, anche se per un momento soltanto, che tutto il mio dimenarsi è un teatro. Ero lì, a guardarlo...e tutto mi è sembrato fasullo. Ho smesso di piangere ed ero addirittura imbarazzata dalla isteria e delirio di me stessa.
Mi rendo conto anche che il mio lasciarmi perdere in quel caos della mente è davvero fortissimo. Mi risucchia e fa dimenticare che esiste luce...è difficile spiegare a parole, infatti pochi capiscono o sono io che non so spiegarmi essendo straniera.
Celine
Ero prima io, la mia piccola scoperta nel mia esperienza interna e poi il libro "Il nuovo mondo". E qualcosa ho sentito, come sha come un pezzo di puzzle ha combaciato perfettamente. Ho visto chiaramente, anche se per un momento soltanto, che tutto il mio dimenarsi è un teatro. Ero lì, a guardarlo...e tutto mi è sembrato fasullo. Ho smesso di piangere ed ero addirittura imbarazzata dalla isteria e delirio di me stessa.
Mi rendo conto anche che il mio lasciarmi perdere in quel caos della mente è davvero fortissimo. Mi risucchia e fa dimenticare che esiste luce...è difficile spiegare a parole, infatti pochi capiscono o sono io che non so spiegarmi essendo straniera.
Celine