Ci sono trampolini di lancio mascherati da ostacolo. Sono porte che separano il di-qua, dove tutto è già noto e ha svolto la sua funzione, dall'al-di-là, dove puoi costruire nuovi talenti e scoprire un "io" più grande.
Quando giunge una prova o un grande ostacolo, si attiva una crisi profonda e un senso di smarrimento ti fa desiderare di tornare indietro, o di non esserci mai stato... in questa vita.
Tornare indietro dove, poi? In quel luogo di te dove non sapevi che esistono ostacoli da superare o quanto può essere spaventevole la soglia di una porta?
Quando qualcosa ti spaventa o ti fa star male è in realtà un buon segno. Significa che è arrivato il momento di metterti nuovamente in viaggio, significa che sei pronto per una nuova sfida.
A ben guardare, non è l'ignoto a generare terrore, ma è l'ipotesi che tu rimanga al-di-qua per sempre. Quella che pensi essere la paura per l'ignoto, non ha niente a che vedere con quello che non conosci, ma riguarda anzi quello che già sai e già sei. E' la paura di non cambiare.
Non hai paura di entrare nella trasformazione, di oltrepassare il limite di quel che c'è verso quello che non c'è ancora, ma hai paura di non farlo, di rimanere così come sei. Hai paura di essere già morto (le cose morte sono le uniche a non cambiare mai)!
Durante la crisi, puoi sentire, nonostante lo stravolgimento degli eventi, anche la sottile eccitazione che accompagna l'idea di trasformarti. La paura arriva anch'essa e, se ascolti bene, puoi accorgerti che proviene da quello che pensi di essere diventato, non da quello che potresti diventare. Proviene da quello che conosci, non da quello che non conosci.
Oltre la soglia del conosciuto, invece, c'è la fonte della tua vitalità, ci sono esperienze che nutrono l'anima. E più esiti e rimani nel tuo passato, più la paura aumenta. Capisci? La paura aumenta se ignori l'ignoto, non se te ne avvicini. E se fingerai di non sentirla, essa emergerà comunque nella tua psiche, con strane ansie e ragionamenti contorti, o nel tuo corpo, con malattie o impedimenti.
Come fare, allora, per attraversare la porta?
Come fare per fidarsi del cambiamento, e non della paura?
Come al solito, la risposta reale ha poco a che fare con le parole, e molto con l'agire.
Quella che hai davanti è una prova iniziatica. Ogni prova lo è, e ogni crisi la indica.
Significa che il tuo livello di coscienza ti ha portato fino a questo confine, ma che ora bisogna andare oltre e attivare una nuova consapevolezza. Occorre, cioè, agire in funzione della crescita.
Se temi di non farcela, è perché temi, in realtà, di farcela davvero, e di dover abbandonare quello che sei e quello che credi di essere. Ma quello che sei, a questo punto del cammino, è un'ombra, e ora bisogna aprire la porta che hai davanti e far entrare più luce.
Solo il cuore ha il coraggio per farlo, per questo non tutti riusciamo a farlo. Perché cerchiamo i mezzi sbagliati, cerchiamo nella sicurezza del passato e non nell'intuito del sé profondo, cerchiamo nell'attaccamento a quel che è noto e non nell'immagine segreta della nostra anima, che sa meglio di noi quello che ci serve per varcare la soglia.
La prova è una sfida alla tua trasformazione. Se accetti la sfida, sarà una prova iniziatica... perché ti farà entrare nel territorio dell'oltre e darà inizio a nuove scoperte, a nuove crescite del tuo "io".
Resterai, poi, in questo territorio più grande fino a che non sarai cresciuto abbastanza, allora giungerà una nuova crisi che ti farà accorgere che ci sono nuovi al-di-là, e nuove porte che chiedono di essere attraversate.
Forse tornerà anche la paura, ma tu saprai che la paura può ostacolarti solo quando non cresci più, solo quando pensi che la crisi sia un ostacolo e non una porta da attraversare.
Quando giunge una prova o un grande ostacolo, si attiva una crisi profonda e un senso di smarrimento ti fa desiderare di tornare indietro, o di non esserci mai stato... in questa vita.
Tornare indietro dove, poi? In quel luogo di te dove non sapevi che esistono ostacoli da superare o quanto può essere spaventevole la soglia di una porta?
Quando qualcosa ti spaventa o ti fa star male è in realtà un buon segno. Significa che è arrivato il momento di metterti nuovamente in viaggio, significa che sei pronto per una nuova sfida.
A ben guardare, non è l'ignoto a generare terrore, ma è l'ipotesi che tu rimanga al-di-qua per sempre. Quella che pensi essere la paura per l'ignoto, non ha niente a che vedere con quello che non conosci, ma riguarda anzi quello che già sai e già sei. E' la paura di non cambiare.
Non hai paura di entrare nella trasformazione, di oltrepassare il limite di quel che c'è verso quello che non c'è ancora, ma hai paura di non farlo, di rimanere così come sei. Hai paura di essere già morto (le cose morte sono le uniche a non cambiare mai)!
Durante la crisi, puoi sentire, nonostante lo stravolgimento degli eventi, anche la sottile eccitazione che accompagna l'idea di trasformarti. La paura arriva anch'essa e, se ascolti bene, puoi accorgerti che proviene da quello che pensi di essere diventato, non da quello che potresti diventare. Proviene da quello che conosci, non da quello che non conosci.
Oltre la soglia del conosciuto, invece, c'è la fonte della tua vitalità, ci sono esperienze che nutrono l'anima. E più esiti e rimani nel tuo passato, più la paura aumenta. Capisci? La paura aumenta se ignori l'ignoto, non se te ne avvicini. E se fingerai di non sentirla, essa emergerà comunque nella tua psiche, con strane ansie e ragionamenti contorti, o nel tuo corpo, con malattie o impedimenti.
Come fare, allora, per attraversare la porta?
Come fare per fidarsi del cambiamento, e non della paura?
Come al solito, la risposta reale ha poco a che fare con le parole, e molto con l'agire.
Quella che hai davanti è una prova iniziatica. Ogni prova lo è, e ogni crisi la indica.
Significa che il tuo livello di coscienza ti ha portato fino a questo confine, ma che ora bisogna andare oltre e attivare una nuova consapevolezza. Occorre, cioè, agire in funzione della crescita.
Se temi di non farcela, è perché temi, in realtà, di farcela davvero, e di dover abbandonare quello che sei e quello che credi di essere. Ma quello che sei, a questo punto del cammino, è un'ombra, e ora bisogna aprire la porta che hai davanti e far entrare più luce.
Solo il cuore ha il coraggio per farlo, per questo non tutti riusciamo a farlo. Perché cerchiamo i mezzi sbagliati, cerchiamo nella sicurezza del passato e non nell'intuito del sé profondo, cerchiamo nell'attaccamento a quel che è noto e non nell'immagine segreta della nostra anima, che sa meglio di noi quello che ci serve per varcare la soglia.
La prova è una sfida alla tua trasformazione. Se accetti la sfida, sarà una prova iniziatica... perché ti farà entrare nel territorio dell'oltre e darà inizio a nuove scoperte, a nuove crescite del tuo "io".
Resterai, poi, in questo territorio più grande fino a che non sarai cresciuto abbastanza, allora giungerà una nuova crisi che ti farà accorgere che ci sono nuovi al-di-là, e nuove porte che chiedono di essere attraversate.
Forse tornerà anche la paura, ma tu saprai che la paura può ostacolarti solo quando non cresci più, solo quando pensi che la crisi sia un ostacolo e non una porta da attraversare.
Commenti
Infiniti grandi Guerrieri potenziali si sono arenati sulle rive del Mare Oscuro della Paura, che così bene descrivi.
Essi sanno, ma non sono ancora. E la Prova è lì, implacabile, di fronte a loro. Si girano, ed è ancora lì. Si voltano, ed è ancora lì. Si addormentano, ed è ancora lì. Si svegliano, ed è lì che li guarda.
La Prova abbatte la maggior parte degli aspiranti. E' la sua natura.
Ma che impresa titanica, sublime, spiegare le vele davvero! Che azione memorabile! Che sensazioni di fierezza e di integrità libera in noi il nostro Cuore!
Grazie, Camilla.