“Non mi toccare, per favore”, disse lei al suo ragazzo, mentre cercava di addormentarsi. “Ma come, voglio solo darti una carezza” - rispose lui. “Ho bisogno di riposare, non sto bene, e tu continui a svegliarmi… questo non è dare, ma prendere“. “Ma cosa dici - sbottò lui - ti sto dando una carezza, quindi non sto prendendo un bel niente!”
L’esempio appena citato riguarda una piccola sfumatura di un qualunque rapporto, eppure la confusione che si crea tra dare e prendere è all’ordine del giorno, nelle piccole e grandi cose. Se qualcuno ci chiede o ci fa capire che vuole riposare, noi possiamo scegliere se dargli quello di cui ha bisogno, o “dargli” quello che noi vogliamo. Sempre di “dare” parliamo, eppure la differenza è enorme.
Cosa è dare? Dare non è bisogno, non è ricerca di approvazione o sicurezza, non è cercare di far tacere automaticamente un disagio, non è fare dono di quello che noi pensiamo sia un dono. Dare è ascoltare i bisogni e la realtà di chi incontriamo nella vita, è essere presenti con la verità e la chiarezza dei nostri intenti, è donare in modo disinteressato.
Per questo, se non sei presente con te stesso, se non sei in contatto con la verità del tuo essere, oltre la maschera delle tue ferite, è molto difficile che tu possa dare senza prendere. Penserai, crederai, sarai convinto di dare… “amore“, attenzione, tempo e anche denaro… ma la verità è che ti aspetti in cambio altrettanto “amore”, attenzione, tempo o denaro…
Un modo per scoprire la natura delle nostre azioni, è quello di osservare le proprie reazioni e stati d’animo: ogni volta che non ricevi quello che “dovresti” ricevere “in cambio” di tutto quello che fai, osserva come ti senti, ascolta il disagio che si crea, senza giudicarlo.
Questo è un sintomo che ci sono delle maschere, dei fraintendimenti, delle fratture interiori… Smettila di far sentire in colpa l’altro per la sua mancanza di riconoscenza, cerca piuttosto di riconoscere che sei tu ad avere bisogno, sei tu a voler ricevere.
C’è un criterio per capire quando si dà in modo autentico: l’azione diventa fonte di profonda gratificazione e gioia… chi agisce in modo disinteressato, riceve nel momento stesso in cui dona.
Questo non toglie che in tutti i rapporti esistano dinamiche tra dare e ricevere, e che ognuno debba fare la “propria parte”, ma occorre che impariamo a dare i nomi giuste alle situazioni. Occorre che ci accorgiamo di come a volte i nostri intenti non sono perfetti, e pur se mossi dalle migliori intenzioni, manipoliamo proprio coloro a cui vorremmo dare…
L’esempio appena citato riguarda una piccola sfumatura di un qualunque rapporto, eppure la confusione che si crea tra dare e prendere è all’ordine del giorno, nelle piccole e grandi cose. Se qualcuno ci chiede o ci fa capire che vuole riposare, noi possiamo scegliere se dargli quello di cui ha bisogno, o “dargli” quello che noi vogliamo. Sempre di “dare” parliamo, eppure la differenza è enorme.
Cosa è dare? Dare non è bisogno, non è ricerca di approvazione o sicurezza, non è cercare di far tacere automaticamente un disagio, non è fare dono di quello che noi pensiamo sia un dono. Dare è ascoltare i bisogni e la realtà di chi incontriamo nella vita, è essere presenti con la verità e la chiarezza dei nostri intenti, è donare in modo disinteressato.
Per questo, se non sei presente con te stesso, se non sei in contatto con la verità del tuo essere, oltre la maschera delle tue ferite, è molto difficile che tu possa dare senza prendere. Penserai, crederai, sarai convinto di dare… “amore“, attenzione, tempo e anche denaro… ma la verità è che ti aspetti in cambio altrettanto “amore”, attenzione, tempo o denaro…
Un modo per scoprire la natura delle nostre azioni, è quello di osservare le proprie reazioni e stati d’animo: ogni volta che non ricevi quello che “dovresti” ricevere “in cambio” di tutto quello che fai, osserva come ti senti, ascolta il disagio che si crea, senza giudicarlo.
Questo è un sintomo che ci sono delle maschere, dei fraintendimenti, delle fratture interiori… Smettila di far sentire in colpa l’altro per la sua mancanza di riconoscenza, cerca piuttosto di riconoscere che sei tu ad avere bisogno, sei tu a voler ricevere.
C’è un criterio per capire quando si dà in modo autentico: l’azione diventa fonte di profonda gratificazione e gioia… chi agisce in modo disinteressato, riceve nel momento stesso in cui dona.
Questo non toglie che in tutti i rapporti esistano dinamiche tra dare e ricevere, e che ognuno debba fare la “propria parte”, ma occorre che impariamo a dare i nomi giuste alle situazioni. Occorre che ci accorgiamo di come a volte i nostri intenti non sono perfetti, e pur se mossi dalle migliori intenzioni, manipoliamo proprio coloro a cui vorremmo dare…
Commenti
Ti lascio una cosa da leggere, se vorrai.
http://blog.libero.it/vitacontro/9124913.html
baci
Manuel